Dopo essere rimasto per secoli una folcloristica e gelida colonia britannica, popolata da nostalgici sudditi di Sua Maestà, da ostinati coloni francesi sconfitti e da remote tribù indiane, il Canada nella seconda metà del XX secolo si è trasformato, in pochi decenni, in uno stato fra i più innovativi e interessanti, un vero "laboratorio costituzionale", fonte di ispirazione per ogni ordinamento pluralista. La necessità di superare, in uno stato federale asimmetrico, le "due solitudini" della parte francofona e di quella anglofona, unitamente alla immissione di crescenti flussi di immigrati, ha spinto all’adozione di politiche multiculturali. In tale trasformazione, come il volume illustra nel dettaglio, il diritto (e in primo luogo il diritto costituzionale) ha svolto un ruolo centrale. L’introduzione, nel 1982, della Carta dei diritti e delle libertà, tavola dei valori condivisi da tutti i canadesi, indipendentemente dalla loro "altra" appartenenza, ha segnato l’avvio di un processo di "integrazione attraverso i diritti".