Il consulente tecnico svolge una opera essenziale per il corretto svolgimento del processo civile. La relazione peritale - quando la questione controversa si risolve in aspetti tecnici – diventa sostanza per la decisione giurisdizionale. In essa il magistrato deve poter trovare non solo la risposta ai quesiti ma anche la rispondenza alle regole poste alla base del processo.
La relazione peritale non può quindi risolversi in una relazione tecnica qualsiasi, ed anche se il codice di rito non stabilisce indicazioni per la sua redazione vi sono principi essenziali che le norme e la pratica indicano.
Il Codice della relazione peritale nel processo civile di cognizione, definendo principi, criteri, requisiti e metodologie, considera la pratica operativa del consulente insieme ai precetti normativi e alle regole processuali, per delineare standard minimi indispensabili per lo svolgimento corretto del mandato. Il Codice, attraverso linee guida puntuali ed esaustive, mira a prefigurare un livello di qualità professionale uniforme e condiviso, rivolto al mondo professionale ed a quello della magistratura, ed in grado di rappresentare il termine di raffronto e il punto di riferimento per i consulenti tecnici.
In definitiva il Codice della relazione peritale nel processo civile di cognizione si pone l’obiettivo di uniformare la metodologia di redazione della relazione peritale, a vantaggio di una visione comune, di una crescita e di uno sviluppo qualitativo del ruolo del consulente, e nella consapevolezza che è responsabilità dell’ausiliario offrire al magistrato un documento peritale completo e corretto per forma e sostanza.