Istituto per la Storia del Risorgimento italiano - Biblioteca scientifica Serie II: Fonti - Vol. XCVIII
Con il triennio 1859-1861 l'immagine e la realtà di Roma città chiusa in se stessa, isolata e staccata dal resto della Penisola vengono spazzate via. Come già nel '48, a partire dalla II guerra d'indipendenza il mondo esterno si catapulta nell'Urbe. Il clima di fermento patriottico che si apre con la consegna dell'ultimatum austriaco al governo di Torino fa il suo corso anche nella capitale pontificia. A partire dalla manifestazione del 24 aprile 1859, grazie alla compiacenza delle truppe francesi, il Comitato nazionale romano può trasformare Roma quasi in una zona franca sottratta al controllo delle autorità pontificie e nella quale per la prima volta dopo la caduta della Repubblica del 1849 lo spazio cittadino diviene il palcoscenico per affermare la concreta presenza dei patrioti nella vita quotidiana. L'armistizio di Villafranca non segna la totale normalizzazione della situazione: ancora fino al primo semestre del 1861, le strade, i teatri, l'Università sono i luoghi dove liberali e papalini si 'danno battaglia' per la conquista dello spazio pubblico, per attestare una maggiore visibilità rispetto alla parte avversa. L'irruzione del mondo esterno nella Città Eterna trova poi altre manifestazioni nell'afflusso verso Roma di volontari stranieri pronti a combattere in difesa del potere temporale della Chiesa, i quali diventano un elemento importante della vita cittadina; così come nella concentrazione nella capitale pontificia della nobiltà legittimista partenopea, che determina un coinvolgimento di ciò che rimane degli Stati della Chiesa nel grande brigantaggio postunitario. Il metodo scelto da Roncalli nel redigere i suoi polizzini - riportare non solo i fatti, ma in primo luogo i temi all'ordine del giorno nelle conversazioni dei romani - permette di avvicinarsi alla comprensione di quella che fu la reale atmosfera quotidiana dell'Urbe in quei mesi con una immediatezza ed una freschezza del tutto peculiari ed accentuate dalla capacità del redattore di immedesimarsi con lo stato d'animo dei propri concittadini.
A cura di Domenico Maria Bruni
Domenico Maria Bruni è stato borsista presso l'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Roma dal giugno 2003 al maggio 2006. Attualmente è titolare di assegno per attività di ricerca presso la LUISS "Guido Carli" di Roma. Fa parte del Consiglio direttivo della Società Toscana per la Storia del Risorgimento e collabora con la Fondazione Luigi Einaudi per studi di politica ed economia di Roma. È autore di studi sulla censura della stampa nel Granducato di Toscana nell'età del Risorgimento. Oltre al terzo volume della Cronaca di Roma di Nicola Roncalli (Roma, Archivio Guido Izzi, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 2006), ha curato Potere e circolazione delle idee. Stampa, accademie e censura nel Risorgimento italiano (Milano, Franco Angeli, 2007) e, con Simone Visciola, Il Comune popolare e l'igiene sociale a Firenze (1907-1910). Documenti e inchieste (Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2003).