L’avvocatura è stata sollecitata a riflettere sui principi della Responsabilità Sociale dell’Impresa (RSI) dalla fine degli anni ottanta quando talune clamorose violazioni dei diritti umani da parte di imprese transnazionali hanno imposto alla pubblica opinione il problema di un richiamo all’etica nella finanza e nel mercato.
La professione forense non poteva infatti restare insensibile a tale fenomeno per la sua storica vocazione alla difesa dei diritti e perché l’attività dell’avvocato nella società modena si svolge sempre più in contiguità con le attività dell’impresa.
Si è così affermata la convinzione che accanto alla RSI sussista una responsabilità sociale dell’avvocato, non solo nel promuovere il processo di rispetto dello stato di diritto e dei valori su cui si fondano le Carte europee dei diritti umani e fondamentali, ma anche per stabilire quale finalità dell’attività professionale, accanto alla tutela degli interessi e dei diritti della parte assistita, la tutela dei diritti umani della persona, degli altri, della collettività.
Gli atti della III conferenza europea di Roma rappresentano un messaggio agli avvocati per la presa di coscienza di questa nuova frontiera dell’etica professionale.