La scienza ha senza dubbio reso l’uomo più longevo grazie all’introduzione di cure e procedure diagnostiche più efficaci. Per questa ragione da diversi anni si sta diffondendo una nuova visione dell’invecchiamento, legata a un approccio terapeutico personalizzato e a uno stile di vita volto al benessere fin dalla giovane età: diversamente dalla medicina tradizionale, che interviene solo a malattia già insorta, la medicina antiaging preferisce rallentare il processo d’invecchiamento mettendo in primo piano la prevenzione, ritardando così il declino dell’organismo umano.
Secondo Filippo Ongaro, pioniere in Italia di questa disciplina, lo scopo non è la longevità in sé, ma la qualità della vita. Questa sfida richiede grandi sforzi e sacrifici, e coinvolge la totalità della persona: dagli aspetti più strettamente biologici, quali l’alimentazione e l’attività fisica, a quelli interiori e spirituali. Potremmo quindi definirlo un approccio olistico, ma che nulla ha a che vedere con le medicine alternative o la new age: proprio i risultati scientifici più avanzati dimostrano che l’invecchiamento non è di per sé sinonimo di declino e sofferenza.
Al contrario, «allenandoci» alla cura di sé, arriveremo «a cent’anni» vivendo una vita piena e completa, al massimo delle nostre possibilità. Possiamo vivere più a lungo, e insieme vivere al meglio.