Essere hacker oggi ha di nuovo senso. Sono migliaia i dissidenti digitali attivi ogni giorno in tutto il mondo che rischiano la vita per opporsi a forme di governo liberticide e a politiche votate al controllo dei comportamenti dei cittadini. Dediti allo sviluppo di tecniche per aggirare divieti e per nascondere, cifrare, rendere anonime e svelare informazioni, sono costantemente sorvegliati da gruppi di potere. Muniti di telefoni cellulari, macchine fotografiche, telecamere e computer portatili, trasmettono in tempo reale gli orrori della società. Si attivano per eliminare filtri; si battono per squarciare veli di omertà e per eludere sistemi di censura; rifiutano l’idea di segreto nelle questioni d’interesse pubblico e la consacrano nell’ambito del loro privato; mirano a erodere monopoli mediatici e a smentire false verità di Stato. Allestiscono siti web che pubblicano documenti riservati o aggiornano blog al solo fine di rendere il loro (e il nostro) mondo più trasparente e più libero. Sviluppano codice informatico di grande complessità e affinano le loro competenze con in mente un unico scopo: opporsi.