La legge eccede da sempre qualsiasi tentativo discorsivo di delimitarne i confini. Ma questa eccedenza, connaturata alla sua immensa potenza simbolica, oggi denuncia più fragilità che forza. In piena globalizzazione, qualcosa si è incrinato nel formidabile dispositivo di ordinamento che per secoli ha segnato gli spazi del mondo attraverso differenti modelli e linguaggi giuridici. Sovranità e politica, legittimità e decisione, comando e norma consumano ormai nell’instabilità ciò che sopravvive delle loro reciproche, ambigue relazioni. Mentre la legge entra in una fase di dissolvenza, la produzione di diritto viene avocata da poteri indiretti – organismi, fondi, banche – che emanano direttive su scala planetaria. Si comprende fino in fondo quali insidie nasconda un tale, nuovo equilibrio mondiale se lo si considera, con Pier Giuseppe Monateri, alla luce della genealogia della legge, delle sue forme di apparizione storica e delle sue valenze nel pensiero politico-filosofico. Solo così si può misurare la distanza tra il suo regno dileguante e l’attuale governo delle cose, letteralmente sconfinato.