Il racconto, i cui personaggi sono di fantasia, così come la storia, tratta di un dibattimento in Corte d'assise degli anni ottanta per fatti di terrorismo; narra non solo fatti ma anche storie di persone, con le loro ideologie, i lori ripensamenti e pentimenti. Il romanzo affonda le radici nell'esperienza di alcuni processi penali a cui l'autrice ha partecipato come avvocato, venendo in tale modo a contatto con i più svariati spaccati della nostra società. Il titolo del romanzo riprende una frase dall'interrogatorio di un "dissociato", che esprime confusi, faticosi e ancora non chiari ripensamenti. I "Nodi del reale" sono quelli che la realtà oppone crudamente alle decisioni prese a tavolino. Alle fumisterie ideologiche. Sono il sangue, la morte, il dolore.