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Il fattore religioso nel diritto dell’Unione Europea: tra riconoscimento giurisprudenziale e codificazione normativa

L’indagine de qua costituisce una ulteriore tappa del tentativo di individuare, mediante lo studio delle diverse fonti (primarie, derivate e complementari) del diritto dell’Unione europea, le statuizioni più direttamente connesse a vario titolo con la regolazione del fattore religioso.
La scelta di base è quella di ripercorrere il processo che – a partire dalla Carta di Nizza del 2000, attraverso la fase senza esito del trattato costituzionale del 2004, fino al trattato di Lisbona, in vigore dal 1° dicembre 2009 – ha condotto alla predisposizione di un catalogo normativo proprio, concernente la tutela dei diritti fondamentali. Processo che prende l’abbrivio dalla emersione della protezione dei medesimi nella giurisprudenza della Corte di giustizia, poi codificata dal trattato sull’Unione di Maastricht e precisata nei successivi testi di Amsterdam e di Nizza, sia pure per relationem, quali garantiti dalla Convenzione europea e quali risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni.
Nonostante l’attuale crisi economica e la conseguente ondata di euroscetticismo per l’appunto la tutela dei diritti fondamentali, sub species libertà religiosa potrebbe contribuire a rafforzare la coesione europea, come recentemente avvalorato dalla sentenza 8 settembre 2012, cause riunite C-71/11 e C-99/11 della Corte di giustizia. Decisione quest’ultima che, nel contempo, si palesa idonea a fornire significative suggestioni anche in ordine alla vexata quaestio concernente le interazioni tra la giurisprudenza delle corti sovranazionali e quella delle corti nazionali, nelle more della prevista adesione UE al sistema convenzionale.
Maria Cristina Ivaldi è ricercatrice di Diritto ecclesiastico e canonico presso il Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet” della Seconda Università degli Studi di Napoli dove è docente di Diritto e religione nell’Unione europea. I suoi settori di ricerca attengono al diritto di libertà religiosa e alle differenti configurazioni delle relazioni tra gli stati e le comunità cultuali in diversi paesi europei ed extraeuropei nonché nei sistemi sovranazionali, con particolare attenzione al diritto vivente quale risulta dalla prassi giurisprudenziale. È autrice di numerose pubblicazioni tra le quali si ricordano le monografie Diritto e religione nell’Unione europea, Roma, Nuova Cultura, 2008 e La tutela penale in materia religiosa nella giurisprudenza, Milano, Giuffrè, 2004 e la co-curatela Casa Borgo Stato. Intorno alla sussidiarietà, Roma, Nuova Cultura, 2011.
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