La crisi economica e le controverse politiche di austerity corrono il rischio di chiudere in una pericolosa morsa i diritti fondamentali dei cittadini, quali fruitori dei servizi essenziali, da un lato, e contribuenti dall’altro.
È pertanto necessario far adeguatamente salire la soglia di attenzione quanto alle modalità di progettazione e attuazione del diritto finanziario sia nella dimensione interna che in quella internazionale: all’aumento dei poteri e delle forme di coordinamento internazionale della azione finanziaria e di contrasto alle frodi corrisponde, infatti, un crescente ambito di opportunità di frodi e di abusi, e di problemi giuridici, che vanno dalla individuazione delle corrette forme giuridiche di cooperazione nelle indagini e lo scambio di informazioni, ai relativi limiti, tutele e garanzie.
Molti casi pilota si sono già manifestati e altri si intravedono all’orizzonte: la armonizzazione della disciplina dell’abuso di diritto, l’utilizzazione dei dati acquisiti illegalmente (c.d. Lista Falciani e Panama Papers), il problema del diritto al silenzio, ecc.
Molte le sagaci innovazioni, ma anche le pericolose aporie, della Corte di Cassazione italiana e della Corte di Giustizia europea.
Assai preziosa, in questa direzione, la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Per quanto essa finora escluda, assai discutibilmente, l’applicazione al processo tributario della clausola del giusto processo, tale regola, da un lato appare destinata a cadere, e dall’altro non preclude affatto la rilevanza dei principi fondamentali di cui alla Convenzione per la materia tributaria. Essi, infatti, risultano applicabili sia al diritto finanziario sostanziale, per quanto attiene la tutela del diritto di proprietà di cui al Primo Protocollo, che osta a manovre di bilancio lesive dei diritti fondamentali, sia a quello procedimentale, ove sono escluse iniziative istruttorie sproporzionate e ingiustificatamente aggressive, sia a quello processuale, ogniqualvolta nel processo si controverta, (anche) di sanzioni finanziarie, sia pure di natura amministrativa per il Diritto Interno.
Protagonista di questa “nuova frontiera della tutela dei diritti fondamentali” è chiamata ad essere la giurisdizione tributaria. Sono, tuttavia, molteplici gli aspetti della disciplina dell’Ordinamento della Giustizia tributaria “a rischio” di contrasto con i diritti fondamentali del contribuente, in particolare per quanto attiene la “apparenza di indipendenza” che deve, insegna la Corte, sempre accompagnare ogni giudice e giurisdizione.