L’informatizzazione del sistema giudiziario italiano conduce verso un traguardo sempre più avveniristico, ma non per questo avventuroso di fare giustizia. Il PCT conduce verso la smaterializzazione dei documenti che da cartacei diventano virtuali grazie ai computer. La trasmissione dei documenti segue un percorso virtuale grazie alle reti e si crea un meccanismo che conduce alla minimizzazione dei termini processuali. L’effetto informativo che lo scambio di informazioni per via telematica comporta crea un boomerang. Questo boomerang è la conseguenza del fatto che le informazioni contenute in un fascicolo virtuale possono spostarsi da una parte all’altra in modo flessibile attraverso il taglia e incolla. Questo scambio di informazioni a tempi record si traduce in una percezione di trasparenza e in un maggior senso di responsabilità dei giudici alle esigenze dei cittadini che da sempre chiedono tempi di giustizia più rapidi.L’uso della telematica nelle fasi processuali comporta una inversione di tendenza dell’asettico modo di operare degli operatori del processo in quanto lo scambio di informazioni diventa più rapido e si crea un sistema integrato capace di agevolare la comunicazione tra gli attori in termini di confronto e conoscenza. D’altronde lo strumento informatico consente di effettuare in frazioni di secondo ricerche estremamente complesse, estrazioni di dati statistici, confronti, controlli che sulla carta richiederebbero molto più tempo. Il Processo Civile Telematico di per sé non abbrevia la previsione dei riti processuali scanditi in tutte le fasi dal codice di procedura civile e dalle leggi ad esso collegate, ma diventa strumento capace di remare contro l’irragionevole, tardiva e interminabile attesa nell’ottenere giustizia. In questo testo si effettuano disamine sulla nascita e sul suo sviluppo analizzando vantaggi e svantaggi e suggerendo dei potenziali miglioramenti.