L’arte della prima metà del Novecento è un vorticoso susseguirsi di movimenti e “ismi”.
Il secolo breve, racchiuso fra l’illuminazione elettrica del cielo di Parigi dall’alto della Tour Eiffel per l’expo del 1889 e il lampo devastante del fungo atomico a Hiroshima, ha forgiato il nostro immaginario. Da qui Philippe Daverio parte per creare un affresco fatto di assonanze e migrazioni, incontri reali e fantastici tra opere e artisti: Klimt, Balla, Kandinskij, Picasso… Un libro-mondo guidato dall’irresistibile libertà del pensiero folle.