Nel millenario percorso compiuto dall'arte per raffigurare il corpo, il volto e l'anima dell'uomo, l'immagine dell'amore occupa un ruolo centrale: la rappresentazione della figura umana significa analisi delle emozioni e delle passioni, prima fra tutte il sentimento amoroso. Se la letteratura e la filosofia hanno da sempre affrontato il tema con straordinaria profondità, le arti visive hanno dovuto concentrare tutto nell'istante di una sola immagine; per questo sono state a lungo attratte dall'eros, l'aspetto più direttamente esprimibile con strumenti figurativi. Più arduo si è rivelato il cammino che ha portato alla raffigurazione delle infinite sfumature dell'amore attraverso le fattezze umane, ma la pittura e la scultura si sono dimostrate all'altezza della sfida, dando vita a veri e propri capolavori di introspezione psicologica. Flavio Caroli ci accompagna in un viaggio affascinante che prende le mosse dalla sensualità pagana degli affreschi pompeiani e ha il suo punto di svolta con Leonardo da Vinci, il teorizzatore della fisiognomica, "la rappresentazione dei moti dell'animo attraverso i tratti del volto": è allora che l'arte figurativa si incontra con la psicologia e nasce "l'idea di un uomo complesso e sfuggente nel suo sentimento più ineffabile e misterioso". Giorgione e Raffaello, gli eredi più diretti delle idee leonardesche, sono gli artisti che "scolpiscono " per la prima volta la psicologia nei volti dell'amore. Nelle epoche successive il "pensiero in figura" esplorerà il sentimento amoroso nelle sue molteplici ramificazioni. L'amore sacro e quello familiare del Cinquecento, l'amore naturale della pittura seicentesca e settecentesca, l'erotismo lieve e carnale di Antonio Canova e quello magico e intenso di Francisco Goya, il bacio romantico e risorgimentale di Francesco Hayez (insospettabile erotomane nel privato), l'ossessivo tentativo di cogliere l'invisibile attraverso il visibile di Edgard Degas, segnano le tappe di un percorso che vedrà le sue colonne d'Ercole sulla soglia del XX secolo, quando l'inconscio freudiano entrerà con prepotenza nella cultura occidentale. Gustav Klimt, Amedeo Modigliani, René Magritte, Pablo Picasso, Frida Kahlo, Francis Bacon dovranno allora fare i conti con un'esperienza dell'amore, in cui tormento, violenza e felicità costituiscono i lineamenti di una stessa inquietante immagine. E l'arte del futuro, si chiede infine l'autore, scoprirà una propria strada che delinei, con forza esemplare e simbolica, un nuovo volto dell'amore? Dipenderà dalla gioia e dall'appagamento che gli esseri umani sapranno trovare nel rapporto amoroso. E una risposta certa al riguardo non esiste, né del resto è mai esistita.