La “cedolare secca” sui canoni di locazione abitativi - che questo volume illustra nelle sue più varie implicazioni, offrendo un pratico strumento, utile a tutti gli operatori del settore e, ovviamente, ai proprietari immobiliari - è arrivata col federalismo fiscale. Ha recato con sé qualche sbavatura, che ne condizionerà l'applicazione, ma ha avuto un grande pregio: il trattamento tributario dell'investimento in immobili non è più appieno discriminato, come prima avveniva. Si è realizzata, insomma, un'operazione di equità, che potrà ridare redditività alla locazione (finora azzerata dalla fiscalità erariale e, soprattutto, locale) e, quindi, determinare conseguenze virtuose in termini - fra l'altro - di ampliamento dell'offerta di unità immobiliari da locare, di mobilità di lavoratori e studenti sul territorio, di minor pressione sul mercato della compravendita. Pure i lavori edilizi potranno rimettersi in moto, per ristrutturazioni e riattamenti di immobili oggi non atti ad essere abitati: tali operazioni erano in perdita, nelle pregresse condizioni di tassazione. La cedolare sugli “affitti” (che il provvedimento istitutivo definisce - appunto - “sugli affitti”, e anche “secca” nonostante abbia perso, nel cammino legislativo, alcune caratteristiche di quella “flat tax” di cui scrisse in termini precisi il grande economista Milton Friedman, ancora negli anni Sessanta del secolo scorso) è, dunque, anche una misura sociale, perché rilancia le locazioni, cioè lo strumento sul quale s'incentra un'autentica politica abitativa a favore dei più deboli. Per tutti questi motivi, la Confedilizia ha fortemente voluto la cedolare. E a risultato raggiunto, è fiera che a presentarla oggi al grande pubblico degli addetti ai lavori e dei competenti in genere (insieme alle altre imposte immobiliari portate dal federalismo, e non altrettanto apprezzabili) sia una pubblicazione dovuta all'impegno, ma soprattutto alle capacità e alla preparazione, del proprio Segretario generale avv. Giorgio Spaziani Testa. Un onore per noi, ma anche un impegno. L'impegno a batterci perché la “tassa piatta” eserciti effetti espansivi e possa in futuro interessare l'intero settore immobiliare (obiettivo che non è riuscito alla Confedilizia, in questo primo momento attuativo dell'imposta, di conseguire) e possa costituire, anche, un punto di riferimento per la riforma dell'intero nostro sistema tributario.