Il sostegno alle cure parentali, la tutela della maternità delle lavoratrici e la promozione della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro costituiscono un nucleo forte di principi della legge delega n. 183/2014 (Jobs Act), esercitati nei decreti delegati e, in particolare, nel n. 80/2015.Le innovazioni si collocano nel solco della tradizione di quanto avvenuto nel corso dell'ultimo decennio, ogni qualvolta si è posto mano al testo unico maternità-paternità del 2001 al fine di aggiornarlo, anche incorporando le decisioni della Corte costituzionale nel frattempo intervenute.I contenuti sono analizzati adottando uno schema metodologico lineare in modo da dedicare attenzione alla evoluzione storica e all'assetto attuale dei singoli istituti, segnalando le esigenze di cambiamento considerate e quelle tuttora da soddisfare. L'analisi è rivolta alle modifiche al congedo di maternità, di paternità e parentale; agli arricchimenti funzionali intervenuti, che tendono alla parità di trattamento tra filiazione naturale e filiazione giuridica e a un avvicinamento tra la tutela nel lavoro subordinato e quella nel lavoro autonomo e nelle libere professioni; nonché al telelavoro e alla violenza di genere, tematiche che integrano le innovazioni del decreto delegato.I saggi danno conto anche dei collegamenti interni all'attuazione della delega, in relazione sia al contratto di lavoro a tempo parziale, con creazione di un secondo binario per la fruizione del congedo mediante riduzione dell'orario di lavoro, sia alla solidarietà tra lavoratori con cessione di tempo in favore di colleghi impegnati nell'assistenza di figli minori ammalati, sia alle ricadute derivanti dal superamento delle collaborazioni a progetto.Le autrici sono ben consapevoli che quando si affronta il tema della conciliazione tra vita professionale e vita famigliare si viene attratti nell'area delle discriminazioni e delle azioni che possono essere frapposte per evitarle. Tutto sta cambiando nel lavoro, nella società e nella famiglia. I giovani padri sono sempre più presenti nella cura dei figli. Eppure è tuttora lento il processo normativo che consenta di realizzare pienamente il riequilibrio delle responsabilità genitoriali, evitando che la cura dei figli resti €˜affare' delle madri, che ne cedono o ne vorrebbero cedere una parte, ma dentro a una partita in cui il mazzo sta ancora, per volontà o per obbligo, nelle loro mani.Donata Gottardi, Professoressa ordinaria di Diritto del lavoro, Università degli Studi di Verona.