Quello che avete tra le mani in questo momento non è un semplice libro: è un manifesto, una chiamata alle armi, una controversa disamina sullo stato dell’arte della lotta all’invecchiamento. Nel 2007, quando questo testo venne pubblicato per la prima volta in inglese dalla St. Martin’s Press di New York, con il titolo Ending Aging, le reazioni furono decisamente polarizzate: da un lato, le voci contrarie si opposero alle idee contenute in questo testo con tale violenza da stimolare addirittura l’interesse della politica nazionale degli Stati Uniti. Dall’altra, però, riuscì ad avvicinare centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo al dibattito legato alle possibilità che la scienza sembra poter offrire al genere umano. Al tempo, Aubrey de Grey presentò ad un pubblico generalista una tesi allo stesso tempo semplice e sconcertante: il nostro corpo non ha una data di scadenza, e, attraverso determinate terapie, può virtualmente essere mantenuto in funzione per sempre. Non solo: la vecchiaia è una malattia che, proprio come la poliomielite, può essere sconfitta. L’elisir di eterna giovinezza potrebbe trovarsi, tra qualche anno, tra le mani di qualche scienziato...