Uno degli elementi che rende magico il sorriso della Gioconda è l’impossibilità di coglierne un’espressione definita. Lo storico dell’arte Ernst Gombrich (1909-2001) notò per primo la ragione per cui l'espressione è indefinibile. Si tratta dell'applicazione della tecnica dello sfumato che attenua i contorni agli angoli degli occhi e della bocca, rendendo l'espressione enigmatica. Essa sembra veramente guardarci e mutare sotto i nostri occhi. Questa cosa ci costringe a guardarla e tentare di interpretarla sempre con nuovo interesse. Gli occhi della Gioconda inoltre sembrano quasi seguirci quando ci spostiamo. Per questo motivo, probabilmente, non ha sopracciglia, per non ridurre l’effetto dello sfumato. Il quadro diventa uno specchio magico, in quanto, secondo il professor Mario Alinei, richiama inconsciamente l’immagine del lutto, tramite la rappresentazione di una giovane donna morta con gli occhi aperti come se fosse viva, nascosta dalla bellezza ancora presente della persona raffigurata. Inoltre potrebbe essere un autoritratto al femminile di Leonardo. Per ultimo, di conseguenza, un rimando subliminale al volto sindonico, fotografato nel 1988 per la prima volta, in quanto somigliante con quello dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci conservato a Torino. L’immagine della Gioconda è diventata un’icona, quasi un volto archetipo. Ma di volto archetipo ne esiste solo Uno.
Leonardo (1452-1519) nato a Vinci in Toscana. Sebbene il genio abbia sempre qualcosa di misterioso nella sua genesi e nelle sue manifestazioni. Il suo si esprimeva spesso attraverso processi inclusivi, speculari, ricorsivi. Il moltiplicarsi dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli, ne è una tipica situazione. Effetto ottico che i geni, in molteplici modi, spesso ricreano nelle loro opere. Nelle opere d'arte rinascimentali la scelta del soggetto, le persone raffigurate, il luogo prescelto per la scena, i gesti, permettono di celare innumerevoli messaggi, che attingono alla ricca cultura loro contemporanea. Inoltre se c'è una documentazione parziale dell'impostazione iniziale, raramente esiste una descrizione precisa dell'autore, sui significati da attribuire al capolavoro ultimato. Messaggi che, dato il livello degli artisti, potevano cambiare o aggiungersi in corso d'opera. In tal senso va vista, anche e soprattutto, la Gioconda. Il detto di Leonardo: L'arte non è mai compiuta, solo abbandonata. Probabilmente non vale solo per la genesi dell’opera ma anche per la sua interpretazione.