Perché la crisi economica? Sarebbe stato possibile prevederla? E per quale ragione non è stato fatto? José Antonio de Aguirre è uno straordinario studioso spagnolo che con il suo testo ci rivela quel che gran parte degli economisti e dei giornalisti economici non ci dicono o, forse, non sanno dirci. Abituati a muoversi nel chiuso e cristallizzato recinto della loro professione, non osano mettere in discussione i dati di base su cui poggiano i nostri sistemi monetari. Non si rendono conto che affidarsi a una banca centrale monopolista confligge con i più elementari princìpi della società aperta, la quale si regge sull’istituzionalizzazione della concorrenza. Non sanno pensare a un mondo diverso da quello dominato dalla pura e semplice cartamoneta, che alimenta enormi e fragili piramidi, il cui crollo determina drammatiche e prolungate crisi e gravi fenomeni di disoccupazione. Quando poi la stasi dell’attività genera una caduta dei prezzi, gli addetti ai lavori si allertano: perché la mancanza di inflazione rende pesante il debito pubblico e la posizione dei grandi debitori, i “favoriti” che vivono in simbiosi con il potere politico. Ma quegli stessi esperti non dicono mai che l’inflazione sostenuta dalle politiche pubbliche azzera, a ogni generazione, i risparmi faticosamente messi da parte dai cittadini. Con il suo linguaggio semplice e asciutto, l’agile libro di José Antonio de Aguirre risponde a tutti i nostri interrogativi, ci libera dai tanti luoghi comuni che vengono ogni giorno propalati, ci pone nelle condizioni di comprendere, giudicare e agire.