L’affido condiviso ha costituito un serio tentativo di conciliare la libertà di porre fine ad un rapporto ormai esaurito con il diritto dei figli di non perdere il doppio e concreto riferimento genitoriale. Prima del 2006, i figli erano solo apparentemente tutelati dal principio secondo cui essi dovevano essere tenuti “fuori” dalla vicenda separativa o divorzile. In realtà, ciò consentiva di ignorarli e lasciava spazio, nel processo, unicamente alle istanze dei genitori.
Con la riforma, non si è posto in discussione, in nome dell’interesse dei figli, il “diritto” dei genitori di divorziare, ma si è data al predetto interesse, nella fase attuativa della separazione e del divorzio, assoluta prevalenza e priorità.
La natura dei valori in gioco ed il passaggio di un periodo di tempo relativamente breve dall’entrata in vigore della legge, inducono a ritenere che la materia sia ancora in piena evoluzione e che nuovi sviluppi nel sociale e, conseguentemente, nell’ambito giuridico, siano ampiamente prevedibili.
La legge 54 ha tuttavia segnato la direzione entro cui essi, presumibilmente, avverranno, in primo luogo separando la coniugalità dalla genitorialità e consentendo che l’una e l’altra possano autonomamente esplicarsi e vivere la propria vicenda.
Intanto l’interpretazione giurisprudenziale deve fare i conti con il testo di una legge che presenta numerosi punti controversi, anche in ragione dei compromessi e delle rinunce (mediazione familiare), che caratterizzarono l’ultima fase dei lavori parlamentari, all’esito dei quali fu licenziata.
Le scelte operate dai tribunali e dalle Corti e l’evoluzione di esse costituiscono, di conseguenza, l’oggetto principale del presente volume, che aggiorna all’attualità l’esaurita edizione del 2009, tenendo conto di ogni novità legislativa intervenuta nel contesto generale di riferimento (legge 219/2012).