L’Europa del futuro – un’Europa solida di fronte ai mercati finanziari, democratica, forte e solidale – non nascerà da un miracolo celeste, ma da un patto col diavolo.
E che diavolo! Le ricette per uscire dalla recessione che ci attanaglia – questa la tesi del nuovo, provocatorio pamphlet dell’economista e scrittore Elido Fazi – non le custodisce infatti, e come stupirsene, un povero diavolo qualsiasi, bensì il demonio più celebre di tutta la letteratura occidentale, lo scaltro, ironico, invincibile Mefistofele, protagonista del Faust di Goethe.
In questo capolavoro completato da Goethe negli ultimi anni di vita, citato spesso ma in realtà ben poco conosciuto (perfino dai suoi presunti lettori, come il presidente della Banca centrale tedesca Jens Weidmann, travisatore, a detta di Fazi, del suo autentico, stupefacente messaggio), è racchiusa la chiave per risolvere una volta per tutte la crisi finanziaria attuale, colpevole di un aumento della disoccupazione che sta raggiungendo livelli record, e che troppo spesso si nutre dell’ignoranza di giornalisti, politici ed economisti riguardo al vero funzionamento del sistema finanziario, all’andamento dell’economia reale e al suo rapporto con l’offerta di moneta.
Come scrive Goethe a un amico, «gli scherzi molto seri» del Faust possono essere capiti probabilmente solo dai posteri. Le banconote con cui Mefistofele inonda il Sacro romano impero sono un tipo interessante di Fiat money, la moneta legale creata per così dire dal nulla, ai nostri giorni al centro di tutti i più accesi dibattiti sulle politiche monetarie. Fazi, novello Faust, ci suggerisce che se vogliamo superare la crisi non dobbiamo stare ad augurarci e tantomeno ad aspettare un intervento divino. Ma lo zampino del diavolo forse sì, il quale al giorno d’oggi apprezzerebbe senz’altro le iniziative della cosiddetta troika neo-keynesiana (Stati Uniti, Inghilterra, Giappone), molto meno l’austerità tedesca e della Banca centrale europea. Mefistofele, se lo si ascolta con attenzione, non è tanto simile a un diavolo tentatore, quanto a un economista eretico: somiglia molto a John Maynard Keynes.