Il testo contiene, nei brani tratti da un volumetto stampato in San Martin di Buenos Aires verso la fine dell’800 a cura degli editori proprietari Barozzi, Baldissini & C. (edizione fuori commercio e oramai pressoché introvabile), dal titolo: «Dizionario Biografico degli Italiani al Piata», da Apicella a Trucido Alessandro, nomi e cognomi, oltre una breve storia, degli emigranti del salernitano tra 1800 e 1900.
Questo lavoro è nato sotto la spinta emozionale della lettura di documenti originali inseriti in un arco di tempo che va dal 1500 al 1900, giunti in possesso dell’autrice per una circostanza inaspettata in cui lei ama immaginare non sia stata estranea «la mano del destino». Tali documenti, amanuensi e con l’inchiostro schiarito dal tempo, trattano di gente umile e di problemi che non sembrerebbero meritare l’attenzione degli «Storici». Tuttavia, nello scorrere con lo sguardo, con interesse sempre crescente quegli episodi di vita legati al «cittadino comune» l’autrice si è chiesta: tali personaggi «minori» del grande romanzo della vita, che non si sono distinti nelle vicende del vivere quotidiano con azioni particolarmente eccezionali, e non hanno lasciato altro di sé sulla terra che l’impronta della loro presenza attraverso i propri discendenti, (ma spesso neanche questa), come si pongono di fronte alla storia? Da questa indagine mentale è scaturita una risposta: — Essi sono la particella infinitesimale di quella popolazione che ha vissuto ed ha involontariamente creato «pagine di storia». Storia di un popolo, come quello Cilentano, così maltrattato, così indifeso di fronte alla legge dei più forti. Interessandomi e coinvolgendosi sempre di più in quelle problematiche avventure di vita, è giunta alla conclusione che ogni «storia», che riguardi l’esistenza in particolare di un essere facente parte di quella popolazione che abita il Cilento da millenni, per quanto granello infinitesimale, è essenziale e può essere definita «polvere di storia», raggiungendo infine il convincimento che quelle storie, svoltesi all’ombra della «Storia» grande, fatta più spesso dai potenti che dagli umili, ma vissuta sulla pelle di ogni individuo, sono in effetti il tessuto connettivo senza il quale la Storia perderebbe ogni consistenza umana e temporale, questo perché ogni vita, vissuta all’ombra della Storia che si studia sui libri, è stata influenzata o indirizzata, nel bene e più spesso nel male, dalle decisioni «dei grandi», di quelli cioè che nel libro della Storia hanno lasciato il loro nome e cognome e nel libro della Vita l’impronta del loro esistere. A motivo di ciò ha deciso di dedicare questo lavoro a quanti, nel libro di Storia, non hanno lasciato apparentemente nulla, eppure l’hanno permeato con l’essenza stessa della loro esperienza umana a cui pochi prestano attenzione.