Per molti italiani la prima parola associata a notaio è casta, termine che evoca due concetti: potere e inaccessibilità. Eppure, dati alla mano, solo 18 figli di notaio ogni cento seguono le orme del genitore. Più dell’82% dei notai in Italia non è figlio di notaio. Nessuna casta nel senso tradizionalmente inteso si auto-riproduce in modo tanto scarso. Senza dimenticare che, tra le professioni investite di pubbliche funzioni, il notariato è stata la prima ad ammettere le donne tra i suoi ranghi. E attualmente quelle che superano il concorso pubblico sono pari agli uomini.
Ancora: se il notaio è un professionista che può vantare in media un reddito elevato, è anche vero che per garantire l’accessibilità al servizio in tutto il territorio nazionale, è tenuto a essere presente anche in zone che offrono possibilità di lavoro e di guadagno decisamente limitate.
Il notariato latino, cui appartengono i notai italiani, è presente in 80 Paesi del mondo. I predecessori dei notai italiani, nell’Antica Roma, erano i tabelliones, che rispondevano dell’illiceità dei negozi giuridici ed erano sottoposti a severissime sanzioni. La figura del notaio attraversa l’epoca medievale costretta in corporazioni e caratterizzata da scarsissima mobilità sociale, ritrovandosi intrappolata in quello stereotipo di professione chiusa ed elitaria che è giunto sino ai giorni nostri.
Resta però la domanda: oggi i notai sono una casta? Leggendo questo libro lo scoprirete. Insieme a molte altre cose insospettabili…