Questo lavoro, incentrato sulla disciplina normativa dei rapporti patrimoniali tra i coniugi, esamina i regimi patrimoniali ammessi nell'ordinamento giuridico italiano e i conseguenti risvolti alle varie forme di declaratoria d'invalidità del matrimonio.
La legge di riforma del diritto di famiglia (L. 19 maggio 1975, n. 151) ha introdotto il regime legale della comunione dei beni allo scopo di conferire effettività alla condizione paritaria dei coniugi, costituzionalmente riconosciuta, facendo salva in ogni caso la possibilità di elezione dei regimi convenzionali (la separazione dei beni, la comunione convenzionale e il fondo patrimoniale).
L'atto giuridico dal quale si originano i rapporti patrimoniali familiari è il matrimonio che l'ordinamento italiano riconosce non solo quando la relativa celebrazione si svolge secondo il rito civile, ma anche quando si svolge secondo il rito canonico, o secondo riti
di altri culti ammessi nello Stato.
Il legislatore italiano e quello ecclesiastico, in considerazione della possibilità che eventuali vizi strutturali possono inficiare l'atto, hanno regolamento la materia dell'invalidità del matrimonio, il primo procedendo alla comminatoria di sanzioni differenti a seconda della gravità del vizio, il secondo comminando la nullità in assenza dei requisiti richiesti.
Quest'opera, quindi, tratta delle cause d'invalidità del matrimonio e degli effetti risolutivi - conseguenti alla declaratoria di nullità del matrimonio e all'annullamento dell'atto - in ordine ai rapporti patrimoniali costituiti dai coniugi, diversificati tra loro a secondo del regime patrimoniale eletto.
Vengono, inoltre, affrontate le questioni relative alla convivenza more uxorio.
A partire dagli anni '60 il dilagare di morali personali diverse da quella cattolica ha provocato la nascita di nuclei familiari atipici, imperniati non sul matrimonio, ma su unioni di fatto, che hanno destato l'attenzione di diversi orientamenti politici, i quali si sono resi portavoce in sede legislativa delle istanze di riconoscimento istituzionale ai fini di tutela delle situazioni soggettive scaturenti.
Sono state considerate anche le problematiche afferenti alla materia dei rapporti patrimoniali tra conviventi che, in mancanza di apposita disciplina normativa, è demandata interamente all'operato della giurisprudenza di merito e di legittimità. Quest'ultima, se per un verso ha riconosciuto come legittimamente fondate talune richieste di tutela di situazioni patrimoniali (Sent. Cort. Cost. n. 404/1988 in ordine al riconoscimento in capo al convivente del diritto di successione nel canone di locazione; Sent. Cort. Cost. n. 372/1994 in materia di riconoscimento del diritto al risarcimento del cd. "danno morale" in caso di uccisione del convivente), non sempre in via analogica è riuscita a soddisfare le istanze di garanzie dei diritti rivendicati.
Gli organi legislativi sovranazionali, in particolare il Parlamento Europeo, hanno sollecitato (Raccomandazione dell'8 febbraio 1994; Risoluzione del 16 marzo 2000) in varie occasioni i legislatori statuali a provvedere in ordine alle istanze di riconoscimento delle famiglie di fatto, allo scopo di dare concreta attuazione alla pari dignità di queste unioni rispetto all'istituzione del matrimonio e di conferire certezze giuridiche in ordine agli aspetti patrimoniali di simili unioni.
Il volume è arricchito, inoltre, dalla rassegna delle sentenze della Corte di Cassazione, riguardanti il matrimonio, le cause d'invalidità e i regimi patrimoniali dei beni.
L'opera, che attinge dalla più recente dottrina e giurisprudenza, si pone quale strumento di approfondimento per i corsi universitari e post-universitari che trattano le discipline del diritto di famiglia e del diritto canonico e per gli operatori del diritto.