La Convenzione EDU nasce per la protezione dei diritti civili e politici primari aggrediti durante la seconda guerra mondiale come mai prima. Tuttavia, sin dalla sua entrata in vigore l'effettiva protezione dei diritti sociali è risultata spesso indispensabile per assicurare una reale tutela dei diritti civili e politici. In questo quadro, la violazione dei diritti socio-economici, determina spesso l'applicazione di tutela per equivalente sotto forma di “equa soddisfazione”, ai sensi dell'art.41 CEDU. Peculiare è la posizione dell'Italia, se si pensa che nel 2012, su di un totale di € 176.798.888 accordati ai ricorrenti a titolo di equa soddisfazione, il nostro Paese è stato condannato a pagarne quasi €120.000.000. L’“equa soddisfazione” viene liquidata dalla Corte sotto le tre voci del danno patrimoniale, non patrimoniale, e “costi e spese”, con meccanismi diversi da quelli nazionali sul danno. Ne consegue un complesso dialogo con le autorità nazionali per evitare rischi di irrazionalità, come duplicazioni, e riconoscimento di danni punitivi. La problematica determinazione della riparazione per danni non patrimoniali è infine esaminata quale spunto per alcune proposte innovative.