Viaggi, saggi, paesaggi: gente, anche, famosa o comune, usi e costumi, sentimenti e ragionamenti. Visite in luoghi ancora intatti e superbamente restaurati, o nostalgia per incanti evocati e scomparsi, violati da cementi infami. Dagli anni cinquanta agli anni ottanta Cesare Brandi ha annotato in occasioni diverse – per quotidiani, riviste, per la radio, per consulenze su restauri – le sue impressioni e considerazioni sull’arte e sull’ambiente in Italia. Brandi non ha viaggiato solo lontano, in Cina e in India, in Grecia e in Persia, in Egitto e in Russia. Ha viaggiato anche vicino, in ogni luogo d’Italia, forse più di chiunque altro, per ozio e negozio, prima e dopo le autostrade. Nessun viaggiatore italiano ha conosciuto così intimamente il suo paese, ci è stato di casa tanto da padrone, ad agio e disagio, amando e soffrendo luoghi e storie, ambienti e monumenti. Ne è uscito uno straordinario libro, che forse più di ogni altra opera di Brandi ci trasmette un ritratto così vivo e mobile del suo autore. Ce n’è per ogni lettore: chi ritroverà in questa eccezionale raccolta il suo paese natale, la contrada, la città, la collina o l’isola dove ancora vive o da dove è stato esiliato. Chi scoprirà l’angolo dove ha rischiato di non fermarsi mai perché non sapeva o non immaginava fosse tanto bello. Questa nuova edizione è stata ampliata con due inediti brandiani di particolare interesse: Gli stucchi di S. Maria in Valle e Cividale e Il Guerriero di Capestrano.